Paolo Giordano
Un Artista e un Amico
Una pagina che crescerà nel tempo
Ho provato molte volte, invano, a scrivere di Paolo, dopo la sua scomparsa a fine 2021.
Dopo tre dischi insieme, scanditi dall'altalena degli eventi nell'arco di molti anni, stavamo progettando un nuovo album da realizzare nel corso di questa stagione, un lavoro che sarebbe stato un po' diverso da quelli precedenti.
La verità è che quando una persona importante saluta all'improvviso le parole sono fuffa, stai male e basta. Trascorsi alcuni mesi, le cose non sono cambiate ma proviamo comunque.
Le prime scene che mi tornano in mente sono le serate a Castelfranco Emilia, durante la registrazione di un disco curato da Corrado Bacchelli, in uno studio pieno di storia su un vecchio banco Mci, poi le sue inquietudini e il suo entusiasmo per il tour Cambio con Dalla, quando gli era stato proposto di aprire i concerti suonando a vari metri di altezza, cosa che poi fece, sorridendone, con dignità da solista.
Ma anche le sessions in sala da noi, con Jackie, Andrea, Lucio, un quartetto d'archi e tanti altri amici al tempo dell'album che raccontava Syd Barrett, le mattine in cui veniva a trovarci con la fedele Martin D45, accennando a qualche loop magico dei suoi.
E un'infinità di chiacchierate che no, con la musica non c'entrano niente.
Nel tempo, forse, riuscirò ad arricchire questa pagina di appunti e piccoli ricordi da retrobottega.
I suoi tre dischi, ognuno dei quali prodotto da Step Musique, raccontano la storia di un'antica collaborazione e di un'amicizia profonda.
Oggi, invece, mi limito a postare una sua fotografia fatta in sala qualche anno fa.
Il Paolo che voglio tenere con me è tutto nell'espressione di questa immagine, in quel mezzo sorriso che fa capolino dalle corde.
Stefano